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Helios S.p.A. investe nel settore del BIOMETANO

E’ del 4 maggio la notizia pubblicata dal Sole 24 Ore dove si comunica la chiusura dell’accordo da 55 milioni di euro tra la Helios S.p.A., insieme alla RiEnergy Esco, ed il fondo d’investimento Azimut per la realizzazione di due impianti a biometano nella Piana del Sele.

Nei comuni di Albanella e Serre, infatti, verranno costruiti due impianti per la produzione di biometano e concime organico di alta qualità grazie al trattamento degli effluenti zootecnici.

Cos’è il biometano


Il biogas è il frutto della fermentazione – in assenza di ossigeno e a temperatura controllata – di sostanze di origine organica (animale o vegetale) ad opera di numerosi batteri. È composto per la maggior parte da metano (tra il 50 e il 70%) prodotto dalla degradazione dei residui organici provenienti da biomasse agricole (colture dedicate, sottoprodotti, residui agricoli, deiezioni animali), agroindustriali (scarti della filiera della lavorazione della filiera alimentare), fanghi di depurazione delle acque cittadine e frazioni organiche dei rifiuti solidi urbani (FORSU). Tale processo di degradazione delle biomasse prende il nome di “digestione anaerobica”. Il biometano è dunque un biogas che ha subito un processo di raffinazione per raggiungere una concentrazione di metano uguale o superiore al 97%. Attraverso tale processo, il biometano può successivamente essere utilizzato al pari del gas naturale tramite l’iniezione in rete oppure come biocarburante in forma gassosa o liquefatta per l’autotrazione.

Perché è importante

In questo particolare momento di rilancio dell’economia all’insegna della transizione ecologica, diventa sempre più importante rivolgere la massima attenzione alle potenzialità offerte dai nostri territori in particolare al settore primario. Puntare sulla digestione anaerobica, significa aumentare la competitività delle aziende agricole sul mercato, presidiare il territorio e svolgere un’importante funzione di riduzione dell’impatto ambientale dell’attività agricola e zootecnica. Ma c’è da considerare anche l’impatto economico sulla zona e, soprattutto, i nuovi posti di lavoro che un impianto ed il suo indotto creano.

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